Committente: Nicola De Risi
Progetto: Sergio Bianchi
Collaboratori: Elisabetta Straffi, Enrico Bianchi, Gaia Mingoli, Valeria Menculini,Caterina Finocchi,Pietro Fiorentini, Marco Lorio, Paola Porretta, Tommaso Fersini
Tipo: progetto realizzato
Concorso: 2000
Progettazione: 2001
Realizzazione: 2004/2007
Fotografie: Enrico Bianchi

“Una casa a Bellegra”_Casa De Risi

Una premessa.
Ho avuto la fortuna di visitare il luogo. L’edificio è così integrato con l’ambiente che emana reverenza. Nella fase attuale di disfacimento le murature argillose si sfaldano, la terra torna alla terra e la roccia  rotolando giù per il pendio si distende nuovamente sul  suolo. Le travi di legno, rose da insetti ed intemperie, continuano la propria vita fatta di mutamento.
Polvere alla polvere.
La prima considerazione: una possibile via di intervento sarebbe quella di riabitare l’edificio così com’è con un intervento minimo di manutenzione. Ma la normativa ci impone operazioni tali per l’adeguamento all’antisismica da portarci comunque a demolirlo e ricostruirlo. Le esigenze di chi lo abiterà sono comunque drasticamente diverse da quelle di chi lo ha abitato fino a pochi anni fa. Soprattutto sono profondamente mutate le possibilità offerte dalla tecnica. Buckminster Fuller e Paolo Soleri in questo secolo ci hanno insegnato che siamo ospiti di un Essere vivente che si chiama pianeta terra. L’osservazione di questo edificio in disgregamento ci dice che chi lo ha costruito lo era. Oggi non lo siamo più o meglio lo siamo, ma non ci comportiamo rispettosamente verso l’Essere vivente che ci accoglie e ci permette di vivere. Inutile dire che il nostro costruire attuale con le emissioni di CO2 è il massimo responsabile dell’inquinamento e dell’effetto serra. Lo sappiamo poi tutti. L’informazione ce lo propina continuamente. Ma allora mi domando che senso avrebbe ricostruire lo stesso edificio con le tecniche edilizie correnti. Da queste considerazioni deriva la proposta di realizzare un intervento che, sfruttando le enormi conoscenze che l’Uomo di oggi possiede, torni ad essere in armonia con la Natura. A questa scala, se pure minima, l’intervento può avere un suo significato come seme; come tentativo di costruire da dentro l’ecosistema. Luce ed acqua. Le due energie che piovono a terra vengono utilizzate per alimentare e nutrire. In copertura pannelli fotovoltaici captano la radiazione solare e forniscono energia elettrica per l’edificio e l’illuminazione dell’esterno; pannelli solari forniscono acqua calda sanitaria e supportano l’impianto di riscaldamento a gas. In copertura un macropergolato ombreggia le terrazze piane e crea un ambito protetto a terra per il lavoro all’aperto. Le acque meteoriche  vengono raccolte in serbatoi sotterranei. Di qui vengono riutilizzate per l’irrigazione dei campi proposti sul fianco sud-ovest. Le acque di scarico vengono raccolte, trattate con un sistema di fitodepurazione e nuovamente rimesse in circolo. L’edificio proposto ricalca le dimensioni e la posizione dell’esistente. La giacitura sul lotto è la medesima, tuttavia la sezione è stata variata in modo da minimizzare l’ingombro a terra. Nell’ottica di liberare quanto più possibile il suolo è stata ipotizzata la rimozione del capannone recuperandone la volumetria per realizzare un piccolo studio in copertura. La residenza proposta si sviluppa su tre livelli. Il livello inferiore giace alla quota  dei locali contrassegnati nel rilievo come cantine e locali deposito. Qui è prevista la realizzazione di un garage e della cantina. L’accesso al garage avviene dal piazzale antistante che risulta parzialmente coperto  dal solaio della zona giorno e, più in alto, dal pergolato. Il livello superiore, con accesso in posizione  mediana, ospita la zona giorno e la zona notte. In copertura trova posto uno studio di modeste dimensioni, fiancheggiato da due ampie terrazze che coincidono con i solai  di copertura della zona notte. Ogni livello ha accesso diretto dall’esterno. Lo studio tramite un ponte è collegato con il bosco di querce. Dal punto di vista dimensionale la nuova costruzione è conforme a quanto prescritto dal bando di concorso. Il volume realizzabile è infatti pari alla somma della cubatura dell’edificio esistente (mc.315), del volume disponibile per l’adeguamento dei servizi igienici (mc.30) e del volume del capannone (mc.104). La cubatura edificabile è pari a mc.449. La consistenza dell’edificio di progetto è pari a mc.405, così distribuiti. Mc.135 al livello inferiore, mc.195 al livello superiore, mc.75 in copertura. Dal punto di vista costruttivo la nuova costruzione si compone di un nocciolo centrale in cemento armato con paramento in pietra a faccia vista con interposto strato di materiale isolante, il che garantisce una forte inerzia termica. Dal nocciolo centrale si dirama una struttura in acciaio e vetro, corrispondente al corpo del soggiorno. La zona notte, isolata dalla zona giorno, può essere chiusa in modo da garantire una forte protezione nei mesi freddi. Il prospetto nord del soggiorno è cieco, fatta eccezione per un nastro di finestre in alto per garantire la ventilazione trasversale. Quello sud è aperto con ampie vetrate scorrevoli, in modo da garantire ampi scorci sul terreno circostante, verso la roccia affiorante e verso il bosco di querce. Riguardo a chi abiterà la costruzione ben poco posso dire non conoscendolo, salvo che le possibilità offerte dalla telematica e dal satellite gli permettono di relazionarsi con i suoi fratelli nel resto del mondo. Cosa impensabile poche generazioni or sono.
2007
Grazie alla tenacia e alla determinazione di Nicola De Risi la casa si è materializzata